I MODERNI MUSEI DI STORIA NATURALE: CENTRI PER LA CONOSCENZA E LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

di Franco ANDREONE1 Paola NICOLOSI2

franco.andreone@gmail.com
paola.nicolosi@unipi.it
1Museo Regionale di Scienze Naturali, Via G. Giolitti, 36, I-10123, Torino, Italy
2Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, Via Roma, 79, Calci (PI)

 

I musei di storia naturale sono, di fatto, gli eredi delle “Wunderkammern”, le cosiddette camere delle meraviglie: fra le loro pareti si sono accumulati nei secoli “naturalia” e “mirabilia” raccolte da signori e da re, da appassionati e da scienziati vittoriani, con il fine di mostrare la variegatezza della natura, gli animali e le piante più strane, i reperti più bizzarri. In un profluvio di biodiversita’ a di antropodiversita’ “ante litteram”.

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Oggi pero’ non è più tempo per una spensieratezza e per curiosità naif dei raccoglitori. I musei del nuovo millennio sono (o dovrebbero essere) istituzioni di ricerca chiamate a svolgere un compito più impegnativo e gravoso, quello di contribuire alla conoscenza della biodiversità e alla sua conservazione.

Salone degli scheletri, Museo di Storia Naturale dell’Universita’ di Firenze. Fotografia di Franco Andreone

Il mondo, si sa, sta rapidamente mutando, molte specie si stanno estinguendo, gli habitat scompaiono.Per tutto questo i musei naturalistici debbano porsi al servizio dell’umanità e contribuire a catalogare le nuove specie e a salvaguardare quelle esistenti, con la messa a disposizione delle preziosissime collezioni scientifiche accumulate nel corso delle generazioni e delle avventure di esploratori naturalisti. Allo stesso tempo hanno ovviamente il compito di trasmettere questa conoscenza alla nuove generazioni, favorendo incontri, conferenze e organizzando esposizioni.

Purtroppo in Italia i nostro musei affrontano spesso difficoltà nell’interpretare questo ruolo. Molti dei nostri musei sono piccole istituzioni e quelli di dimensioni e storia abbastanza grandi sono spesso gestiti da istituzioni locali che hanno normalmente altri
target prioritari, fra cui quelli dell’intrattenimento, che non sempre si sposano con il ruolo riconosciuto di istituzioni scientifiche.

E’ stato già detto: in Italia manca un museo nazionale di storia naturale, che altrove ha invece catalizzato missioni di ricerca e di conoscenza. Gli amministratori che gestiscono molti musei vengono da altre esperienze e, spesso, non hanno competenza e passione per gestire un museo di storia naturale che oggigiorno dovrebbe assomigliare molto di più a un centro per la salvaguardia della bio e della geodiversità.

Molti musei del nostro paese hanno tutt’oggi serie difficoltà a mettere a disposizione le proprie collezioni e il personale è spesso molto ridotto. Ma, non per questo, bisogna abbandonare i progetti di mettere insieme i principali musei in una “mission” condivisa, che preveda ricerca, divulgazione, conservazione della natura.

Particolare del Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria” di Genova. Fotografia di Franco Andreone

In questa rubrica ci piacerà dare voce e profilo a chi sta attualmente lavorando nelle nostre istituzioni museologiche, al fine di raccontare quanto viene attualmente fatto per portare la natura al grande pubblico e per descrivere e salvaguardare il nostro Pianeta.

Riscoprendo i tesori presenti nelle nostre collezioni e raccontando delle descrizioni degli 8 milioni di specie che ancora ci attendono, per enfatizzare come il percorso dei naturalisti del passato sia ancora valido e attuale.

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