*Fondatore Faunalia
*Presidente QGIS.org
* https://www.osgeo.org/member/paolo-cavallini/
Penso di non andare molto lontano se provo a immaginare la tua mappa mentale come una rappresentazione del pensiero in cui ci sono due componenti principali: una solita e rigorosa base naturalistica e un altrettanto rilevante componente informatica. Quali delle due sono state determinanti, se lo sono state, per la gestione dei conflitti che hai incontrato fino ad ora nel tuo lavoro?
Sicuramente la comprensione dell’etologia mi ha aiutato più di quanto non faccia l’informatica. Trovo che la forma mentale richiesta dall’informatica tenda spesso a ridurre i problemi a schemi trattabili da un punto di vista computazionale, con un approccio che gli umani trovano spesso troppo duro.
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Sei uno degli sviluppatori italiani di QGIS il software “libero” per eccellenza che si occupa di elaborare le informazioni geospaziali disponibili. Quanti lo usano perché libero e quanti perché vedono in QGIS uno strumento di lavoro comodo, facile e anche divertente?
Non possiamo sapere con certezza chi usa QGIS, e tantomeno perché, dato che chiunque può usarlo senz’altro chiedere.
La mia impressione, basata sui contatti continui che ho con la comunità di utenti e sviluppatori, è che alla prima ondata di utenti, più motivati da considerazioni strategiche, si sia affiancata una grande massa di utenti che scelgono QGIS semplicemente perché è oggi la migliore soluzione disponibile. Il software libero ha enormi vantaggi, che vanno di là dal costo, ma è normale che la maggior parte delle persone lo usi in base a considerazioni strettamente funzionali.
QGIS è facile e plastico. Dai bimbi ai professionisti. Come ci siete riusciti?
Semplicemente mettendo in pratica i migliori principi del software libero: abbiamo uno sviluppo bottom up, guidato dai bisogni reali degli utenti. Chi ha bisogno di una funzione se la sviluppa, o trova qualcuno che la possa sviluppare per lui, con le caratteristiche più funzionali. La maggior parte del software proprietario, soprattutto in ambiti di nicchia come il GIS, è invece guidato dall’alto, sulla base di esigenze di marketing e con un limitato feedback da parte degli utenti finali. È quindi naturale che le nostre soluzioni siano immediatamente funzionali per tutti quelli che partecipano, anche con i loro pareri e le loro richieste, alle decisioni.
Da alcuni anni abbiamo formalizzato questa dinamica costituendo una fondazione internazionale, basata in Svizzera, in cui le scelte strategiche nascono da un corretto bilanciamento delle molte esigenze, rappresentate dai gruppi di utenti per le varie nazioni e dagli sviluppatori. Niente viene quindi deciso senza un’attiva partecipazione di tutti.
Qual è il ruolo degli sviluppatori italiani (numero e commit) rispetto a quello degli altri paesi?
L’Italia ha storicamente un ruolo di primo piano nella storia dei GIS liberi, e QGIS non fa eccezione. Siamo stati fra i primi ad adottare QGIS in contesti professionali e su larga scala, e ha contribuire allo sviluppo. Ad esempio, il primo plugin fu sviluppato per l’ARPA Toscana proprio da Faunalia. Purtroppo però il nostro paese sconta la nota mancanza di programmazione e strategia, per cui le risorse per lo sviluppo sono poche e spesso mal impiegate (si preferisce sviluppare soluzioni personalizzate invece che partecipare allo sviluppo globale, ritrovandosi quindi dopo pochi anni con strumenti inefficienti o non utilizzabili).
In conclusione quindi il ruolo diretto degli italiani è molto inferiore a quanto ci si potrebbe legittimamente attendere, vista soprattutto la diffusione ormai capillare ed enorme che QGIS ha nelle amministrazioni, università e aziende.
Fra i primi 20 sviluppatori ci sono solo due italiani, molti meno ad esempio dei francesi o degli svizzeri. Paradossale è poi il fatto che buona parte del lavoro di sviluppo fatto dagli italiani sia in realtà finanziato da altri paesi, fra cui gli Stati Uniti.
Quanto e come è utilizzato QGIS dalla nostra pubblica amministrazione?
Ormai credo si possa dire con certezza che QGIS è il software di riferimento in quest’ambito in tutta la pubblica amministrazione e non solo. Intere amministrazioni regionali usano esclusivamente QGIS. Da questo punto di vista il successo è entusiasmante. Gli utilizzi sono i più vari, ed occupano tutti gli ambiti di utilizzo del GIS. Abbiamo esempi notevoli in ambito naturalistico, geologico, di pianificazione, ingegneristico, forestale, agronomico, infrastrutturale, e molto altro.
L’aspetto che trovo carente, e che credo sia una grande occasione per il momento poco o nulla utilizzata, è il coinvolgimento: anche grandi organizzazioni, quali ministeri o amministrazioni regionali, si comportano da utenti passivi, senza sfruttare le grandi opportunità fornite dalla licenza libera.
È infatti facile segnalare ed avere riparati i bugs, richiedere ed ottenere nuove funzioni, migliorare l’usabilità di specifici comandi e dell’interfaccia in generale, migliorare la documentazione, il tutto con investimenti ridotti. Per fare un esempio eclatante, è singolare che la traduzione in italiano dell’interfaccia e della documentazione sia fatta esclusivamente da volontari, senza un contributo diretto da parte di organizzazioni che usano QGIS su centinaia di postazioni, né da aziende che ricevono commesse importanti su QGIS stesso.
Il gruppo di utenti italiani QGIS.it, insieme con la fondazione internazionale QGIS.ORG, lavora per migliorare questo stato di cose, purtroppo con scarso sostegno da parte degli eletti.
Grazie Paolo, buon lavoro e buon QGIS a tutti noi